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domenica 17 luglio 2011

La bimba che viveva come un cane

Laudati: "Leggendo le carte volevo piangere"
Sarà il procuratore in persona a occuparsi del caso, nel mirino i servizi sociali. "La bimba andava a scuola e aveva un'insegnante di sostegno, gli assistenti sociali visitavano la casa ogni 15 giorni"
Obiettivo degli investigatori sarà quello di verificare non solo il grado di imputabilità dei genitori della minore, ma anche le eventuali omissioni compiute dai Servizi sociali, che seguivano la particolare situazione familiare, e da altri enti pubblici che erano a conoscenza della vicenda. Per il procuratore di Bari ci sono molti aspetti importanti ancora da chiarire: "La bambina andava regolarmente a scuola ed era assistita da un'insegnante di sostegno e i servizi sociali visitavano la casa ogni 15 giorni. Credo che l'ipotesi investigativa da seguire sia l'abbandono del minore e dei maltrattamenti per individuare responsabilità dirette o indirette sotto il profilo dell'omissione di comportamenti".
Laudati ha aggiunto: "Ho preso in mano il fascicolo ieri e devo ringraziare la stampa che ne ha dato notizia" riferendosi al clamore suscitato dalla la richiesta di archiviazione del caso operata dalla pm che ha svolto l'indagine dopo che il caso venne alla luce più di un anno e mezzo fa, ed ha concluso: "Mi pare incredibile che una situazione del genere non sia stata fronteggiata. Una città civile come Bari e una società evoluta come la nostra non possono permettersi casi di questo tipo: dobbiamo dare una soluzione e soprattutto deve servire come monito perché cose simili non si ripetano più".
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Sarà il procuratore in in persona a occuparsi del caso. Laudati infatti ieri mattina ha riassegnato a se stesso il fascicolo. E le verifiche verranno estese a trecentosessanta gradi. "Obiettivo degli investigatori sarà quello di verificare non solo il grado di imputabilità dei genitori della minore ma anche le eventuali omissioni compiute dai servizi sociali, che seguivano la particolare situazione familiare, e da altri enti pubblici che erano a conoscenza della vicenda".
Il fascicolo era stato aperto nell'ottobre 2009 quando la piccola di soli sette anni era stata trovata chiusa nell'armadio a dormire tra i rifiuti. A lanciare l'allarme, per la scomparsa della bambina, erano stati gli stessi genitori. Non trovavano più la figlia e, pensando che fosse scappata, avevano chiamato il 112 e il 113. Poliziotti e carabinieri trovarono la bimba addormentata in un armadio: gambe appoggiate su una mensola e viso sul petto accanto a un cane. Attorno c'erano escrementi, avanzi di rifiuti, materassi sporchi. Una scena di degrado nel cuore della città, in un piccolo appartamento al quartiere Carrassi. I genitori erano entrambi in cura al Servizio di igiene mentale. La famiglia era però affidata ai servizi sociali e, secondo quanto riferirono dal Comune all'epoca dei fatti, gli assistenti sociali facevano visita loro ogni quindici giorni. Ma la situazione era ugualmente drammatica. La piccola si comportava come il suo fedelissimo cagnolino: abbaiava e mangiava da una ciotola per terra. Così fu ricoverata all'ospedale Giovanni XXIII, era malata di scabbia, aveva i pidocchi. Poi è stata affidata a una casa famiglia dove è tuttora ospite.
La bambina adesso ha nove anni ma si esprime ancora a gesti. Sta meglio, va a scuola, mangia a tavola, eppure non sa parlare. E non sa raccontare le presunte violenze sessuali subite. Le indagini infatti, in questo anno e mezzo, si sono concentrate proprio sul reato di violenza sessuale a carico della minore. Ma non c'è stato modo di dimostrare l'ipotesi accusatoria perché la bambina non riesce ancora ad articolare le parole e, in assenza di lesioni sul corpo, non si riesce ad accertare che la violenza sia realmente avvenuta. Era stato questo il motivo che aveva spinto il pm Morea a presentare al gip la richiesta di archiviazione.
Il sindaco Michele Emiliano si chiede come mai, di fronte alla chiara consumazione di un reato, sia stata ritenuta essenziale la testimonianza della minore. Sulla presunta falla nel sistema dei servizi sociali, poi, invita a considerare anche gli aspetti legati alla privacy perché, dice, "neanche il sindaco può guardare nei fascicoli degli assistenti sociali". Fondamentale, a suo giudizio, è la denuncia. "In una città di 340mila abitanti - spiega - se non funziona quel meccanismo di solidarietà e di segnalazione che è basato sui rapporti di vicinato o parentela, andare a trovare i singoli casi all'interno di singole abitazioni è un'operazione molto complicata. Chiunque abbia qualche situazione da segnalare, anche col rischio di eccedere in allarmismo, segnali immediatamente i fatti a propria conoscenza perché questa rete di informazioni nelle grandi città non è fungibile da null'altro".
Sul caso della bambina di Bari che viveva con un cane "le indagini ripartono da zero". Lo dice il procuratore Antonio Laudati che ne ha parlato oggi nella sede della Dia di Bari. "Ieri leggendo le carte dell'inchiesta - dice Laudati visibilmente scosso dalla vicenda - confesso che in certi momenti mi veniva da piangere. La storia di questa bimba che oggi ha 10 anni è partita da un indagine su abusi sessuali che la bambina ha evidentemente ricevuto e che l'indagine non era stata in grado di ricostruire appieno". Nei giorni scorsi l'Ufficio aveva chiesto l'archiviazione della vicenda per la sola ipotesi di violenza sessuale a carico del minore. Da oggi, invece, si procederà per le ipotesi di abbandono di minore e maltrattamenti. A questo scopo il procuratore ha chiesto ed ottenuto che le indagini fossero affidate a un Nucleo specializzato nella tutela dei minori della polizia di Stato.

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