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domenica 17 luglio 2011

ABUSI SUI MINORI. INTERESSANTE INIZIATIVA PROMOSSA DALL’U.N.U.C.I. DI NAPOLI

A via Santa Brigida il primo incontro di un progetto divulgativo che sarà portato nelle scuole.
Gli abusi sui minori sono forse il crimine più odioso che l'essere umano possa compiere, un fenomeno sempre più in crescita o di cui oggi, vincendo i tabù ancestrali, si riesce a parlare maggiormente. La legislazione, purtroppo, non prende gli adeguati e drastici provvedimenti nei confronti di chi commette e, spesso reitera, tali reati, per cui adottare una prevenzione di base ed una corretta informazione è essenziale. Gli abusi sui minori possono essere fisici, psicologici e sessuali; in ogni caso producono danni irreversibili all’integrità psicofisica della vittima, che nella vita adulta avrà difficoltà a seguire gli studi, per cui sovente va a lavorare giovanissima, incrementando il lavoro nero e lo sfruttamento.
A questo proposito, da recenti statistiche emerge che nel Mondo i bambini che lavorano sono circa 115 milioni, cioè il 7% della popolazione infantile. Senza contare la piaga dei bambini-soldato, sottoposti ad uno stress psico-somatico irrecuperabile, tale da produrre personalità distorte che sono un peso ed un pericolo per la società. Più in generale, se il danno procurato al bambino abusato in qualsiasi modo non viene individuato, assistito e curato psicologicamente, ha quasi sempre ripercussioni sull’umanità presente e futura, perché, per una forma di rivalsa, da vittima può diventare carnefice.
Emblematico il caso di Al Capone, che da bambino veniva regolarmente frustato dal padre: la violenza insita in lui si sarebbe potuta prevenire con provvedimenti adeguati. Altro esempio è quello delle baby gang, che poi diventano clan della malavita organizzata: hanno una base associazionistica, sono il “branco” in cui ci si sente difesi. Così, nel crimine troviamo feroci delinquenti, che commettono omicidi con estrema cattiveria; spesso viene usato il coltello, perché per loro il taglio è l’atto più offensivo, il “fare a pezzi” è quasi rituale. Molti di loro sono stati oggetto di abusi nell’età formativa.
Per la prima volta si cominciò a parlare di abusi sui minori negli Stati Uniti intorno al 1780; fino ad allora i bambini non avevano nemmeno lo status di esseri umani, ma, piuttosto, venivano considerati bestioline e di nessun interesse per la società. Bisogna attendere il 1906 perché la discussione inizi anche in Italia; solo nel 1936 venne istituito il primo Tribunale dei Minori. Oggi certamente si hanno più strumenti per combattere questo fenomeno abietto e subdolo, perché gli abusi non avvengono solo in famiglia, ma anche nelle scuole, nelle palestre, e, nel nostro villaggio globale, l’adescamento avviene spesso tramite Internet.
La legislazione è stata approfondita dal 1996; prima si veniva considerati minori da 0 a 16 anni; nel 2004 il limite è stato portato a 18 anni; è cambiato anche il sistema interrogatorio della vittima, secondo le linee guida della Carta di Noto del 1996.
Un importante passo avanti è stato fatto nel 2007 con la Convenzione di Lanzarote: in un summit i ministri europei della Giustizia hanno affrontato « sistematicamente le tematiche relative alla protezione dei minori … predisponendo misure preventive e autorità specializzate per la protezione dei minori, nonché specifici programmi di intervento a protezione e assistenza delle vittime» I Governi si sono impegnati anche a «… promuovere la cooperazione”. Sono stati introdotti nuovi reati, come la pedopornografia culturale e l’adescamento via Internet nei confronti di persone di età inferiore ai 18 anni.
Negli incontri sponsorizzati dall’U.N.U.C.I. di Napoli la materia degli abusi sui minori viene trattata sotto il profilo giuridico, psicologico e medico, ed in seguito ci saranno interventi di educatori, che, spesso, sono i primi a ricevere le confidenze dei minori abusati e le richieste d’aiuto silenziose e spesso mascherate.
La difficile individuazione degli abusi sui minori di solito è causata dalla sindrome depressiva post-traumatica: il subconscio non ammette e cerca di rimuovere la violenza subita. Per questo motivo è importante la divulgazione corretta presso gli educatori del CIC, il Centro scolastico d’Ascolto e d’Informazione, oltre che di consulenza e di organizzazione e di attività di raccordo scuola-famiglia.  Bisogna, infatti, tenere conto che infanzia-famiglia-scuola sono strettamente legate, e la prevenzione fondamentale nasce dall’interazione di questo trinomio. Il ciclo di incontri ha, dunque, lo scopo di portare un’informazione capillare e corretta proprio nelle scuole. L’idea del progetto è del dott. Giuseppe D’Anna, un radiologo che nella sua lunga carriera ha riconosciuto e diagnosticato tanti casi d’abuso sui minori. Figlio di uno dei primi Magistrati del Tribunale dei Minori, ha sempre sentito la necessità di combattere quest’infamia che vedeva perpetrarsi quotidianamente sotto i suoi occhi.
In un primo momento doveva essere una singola conferenza, ma poi, col dott. Grimaldi, si è deciso di allargare la cosa inaugurando una serie di riunioni divulgative insieme con un agguerrito gruppo di lavoro che comprende anche la dott.ssa Patrizia Cappiello, Magistrato di Corte di Appello di Napoli, il prof. Antonio Ambrosio, primario emerito di neurochirurgia e l’ing. Alberto Fontanella Solimene, educatore. In futuro questa brillante iniziativa si riserva di trattare più approfonditamente il tema: l’ottima impostazione fa ben sperare che abbia la capacità di offrire uno strumento divulgativo validissimo. Nasce da un motivo molto semplice: non si può restare a guardare e far finta di nulla. Oppure che succeda solo nei Paesi del Terzo Mondo.
 E' un male che invece è vicino a noi, in una scuola, in una Parrocchia o, magari, in una casa-famiglia. Essere intimamente indignati non serve a nulla, se poi si rimane in silenzio e si gira la testa dall’altra parte. Serve, invece, comprendere meglio il fenomeno degli abusi sui minori, quanto sia diffuso, e, soprattutto, cercare di individuare possibili casi che spesso sono causa dei problemi scolastici e di socializzazione di un bambino. Solo così potremo curare e guarire la sua piccola anima ferita.

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